Ansia e attacchi di panico
DOTT.SSA ROBERTA GALIMBERTI
Ansia attacchi di panico sono purtroppo molto diffusi nella nostra epoca.
L’ansia è uno stato di attivazione del nostro organismo in genere utile ed adattivo alle situazioni che debbono essere affrontate con attenzione e reattività; dovrebbe essere una nostra amica perché aumenta il livello delle nostre prestazioni, ci rende più attenti ed in allerta.
Questo fino ad un certo livello oltre il quale il rapporto diventa inversamente proporzionale: se cioè il livello di ansia diventa per noi troppo alto anche la nostra prestazione e capacità di pensare diminuisce, fino ad andare in tilt: a chi non è mai capitato di essere interrogato e fare scena muta su quell’argomento che un minuto prima era conosciuto a menadito?!
L’ansia, attacchi di panico, sono il prodotto di un’alterazione del sistema vegetativo simpatico che presiede appunto all’attivazione del nostro organismo; questo quadro di attivazione comporta un aumento della pressione sanguigna, del battito cardiaco, della frequenza respiratoria e della tensione muscolare.
Ansia attacchi di panico: cause
Cause dell’ansia attacchi di panico possono essere molteplici: richieste ed aspettative esterne ed ambientali (di studio, lavorative, familiari etc.) e/o interne e soggettive (rispetto ad aree di insicurezza come ad esempio paura di non riuscire o di non essere al passo con gli altri; o perfezionismo e controllo).
Se si prova ansia in un momento che richiede una prestazione come una gara, un colloquio di lavoro, questa viene definita un’ansia reattiva perché si esaurisce una volta finita la situazione che l’ha prodotta.
Differente è altresì una sensazione di tensione aspecifica che si protrae nel tempo: questa non ha un oggetto, nel senso che è presente senza un motivo scatenante.
La persona rimane in questa condizione alterata dal risveglio alla sera per più giorni o mesi che alle volte le impedisce di vivere adeguatamente tutti i momenti della vita quotidiana, dal lavoro, allo stare con i familiari ed amici. Tale situazione di attivazione aspecifica se protratta porta l’individuo ad un logorio interno (stress psicofisico).
Cos’è l’attacco di panico e come riconoscerlo?
Avere un attacco di panico è una delle esperienze più devastanti che un individuo possa vivere: non dimenticherà mai il senso di paura e di morte vissuto! Le cause che scatenano un attacco di panico sono molteplici e soggettive; possono essere dovute a situazioni di pressione interne ed esterne, frutto di anni di accumulo oppure ad un episodio traumatico.
In molti casi l’attacco di panico arriva quando la persona è in uno stato apparente di tranquillità, cioè non in relazione diretta al momento di tensione, ad esempio mentre guarda la televisione o si trova in treno per tornare a casa etc. Questo contribuisce a confondere di più il soggetto che non riesce a collegare immediatamente l’episodio di panico agli eventi tensivi originari.
Ansia attacchi di panico: sintomi
I sintomi dell’ansia attacchi di panico sono vari, il corpo e la mente hanno un black out: non si riesce ad essere lucidi, a pensare, ci si sente confusi al limite dello svenimento ed in balia di sensazioni fisiche diverse quali sudorazione, aumento dei battiti cardiaci e della frequenza respiratoria (affanno), tensione di tutti i muscoli e dolori vari, compresi quelli nella regione cardiaca; c’è una forte alterazione del sistema nervoso vegetativo simpatico.
I pazienti che vengono da me hanno prima girato e chiesto consulenze a tutti i medici possibili. Diventa difficile per ognuno capire che tutto quello che hanno vissuto non abbia cause prettamente organiche.Spesso l’attacco di panico viene scambiato dalla persona per un attacco cardiaco: ne sanno qualcosa i medici del pronto soccorso ed i cardiologi.
Questa devastante esperienza fa da spartiacque; c’è un prima ed un dopo: la vita prima dell’attacco d’ansia e la vita dopo l’attacco d’ansia. Si perde quel senso di sicurezza e di continuità che fino ad allora aveva accompagnato la persona nella sua esistenza. Il soggetto che è rimasto traumatizzato inizia così a cercare di prevenire le situazioni che sono associate a quell’esperienza: più di una mia paziente aveva avuto attacchi d’ansia in metropolitana, naturalmente da allora evitava di prendere la metro.
La paura delle paure: limitazioni ed ansia di attesa
Si iniziano così a mettere delle limitazioni che “servono” alla persona per rassicurarsi del fatto che non avranno un altro attacco. Si eviteranno accuratamente luoghi e situazioni collegate al momento di ansia vissuto. Questi meccanismi della mente producono un progressivo isolamento del soggetto che piano piano perde la sicurezza in se stesso e nella propria autonomia.
La paura della paura, cioè la paura di avere un nuovo attacco si chiama ansia di attesa. L’ansia di attesa condiziona la persona a vivere in modo coatto e subordinato alle “regole” che il soggetto stesso si da. Spesso si perde il lavoro e ci si rinchiude in casa fino a ridursi sovente ad uno stato larvale. Le convinzioni e le associazioni mentali che la persona fa in riferimento alla situazione panica vissuta tendono a mantenersi per molto tempo: per mesi , se non per anni, e anche dopo aver superato la paura ed aver ripreso la metro, la persona dovrà fare i conti con quel pensiero che la porta a confrontarsi ogni volta con il ricordo del panico vissuto in quel luogo.
Come superare un attacco di panico: strumenti di aiuto
Cosa fare per superare un attacco di panico?
Quando arriva un paziente che riferisce di soffrire di ansia attacchi di panico e magari accusa sintomi di dolore acuto, chiedo, per poter fare una diagnosi differenziale, se ha fatto tutti i controlli medici del caso. Solo dopo che questi hanno dato un esito negativo iniziamo a capire la situazione clinica ed emotiva.
In genere la prassi diagnostica è di 3 colloqui clinici; da lì si imposta la terapia sulla base dell’urgenza.
In molti casi l’uso di farmaci ansiolitici può essere d’aiuto, proprio perché se si è fortemente ansiosi si hanno forti difficoltà d’attenzione.
Nella pratica mi sono trovata a dover stabilizzare il paziente insegnandogli delle tecniche respiratorie che abbassano immediatamente il livello di ansia creando un rilassamento meccanico dopo soli 5 minuti, meno di un comune ansiolitico!!
Strumenti di aiuto nella gestione del panico
Grande strumento di aiuto nella gestione dell’ansia panica è rappresentato dalle tecniche psicosomatiche che velocemente consentono di abbassare la risonanza emotiva.
L’applicazione della tecnica del Training Autogeno, unita a tecniche respiratorie, risultano altamente efficaci nel ridurre il livello di ansia con risultati sorprendenti.
Il training autogeno consente il ripristino dell’equilibrio omeostatico ed un abbassamento significativo del livello del sistema nervoso simpatico, che nel soggetto ansioso è attivato all’ennesima potenza.
Nel giro di poche settimane in genere riesco ad aiutare il paziente consentendogli di ricominciare a vivere una vita più normale. Bisogna ripristinare quel senso di continuità di Se che è stato interrotto dallo stato di panico.
Una volta che si è ristabilizzato sommariamente lo stato emotivo, si può iniziare un lavoro terapeutico o di sostegno psicologico o di psicoterapia che consente di andare a toccare e scoprire i motivi interni più profondi che hanno portato la persona a vivere un’esperienza tanto dolorosa.
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